Konstantinbogen
Un arco di trionfo ricco di sculture. L’arco di Costantino è il più grande arco onorario giunto ai nostri tempi. È posto tra il Colosseo e l’arco di tito sulla via romana percorsa per i cortei trionfali e che va verso il tempio di Giove capitolino.
L’arco, celebra la vittoria dell’imperatore romano Costantino contro Massenzio dopo la battaglia di ponte Milvio avvenuta il 28 ottobre del 312 d.C. E il decennale del suo regno (315 d.C.).
L’arco di Costantino si inserisce all’interno di una lunga tradizione romana dove si rappresentava il trionfo in battaglia. L’arte di rappresentanza si configura a Roma con regole definite, che procedono a volte in modo autonomo rispetto alla fenomenologia degli eventi storici, ma che con la stessa interagiscono in modo forte. Colonne rostrate, monumenti equestri, immagini di Vittorie e trofei, nemici sottomessi e statue divine cominciarono a decorare il Campidoglio, il Foro, poi tutti gli spazi politici rilevanti e i templi di Roma dalla fine del IV secolo a.C., configurando le prime tracce di un genere destinato ad avere una lunga vitalità.
Sopra il fornice, al centro dei due lati dell’attico, è presente l’iscrizione:
Imp · caes · fl · constantino · maximo · p · f · avgusto · s · p · q · r · qvod · instinctv · divinatatis · mentis · magnitvdine · cvm · exercitv · svo · tam · de · tyranno · qvam · de · omni · eivs · factione · vno · tempore · ivstis · rem-publicam · vltvs · est · armis · arcvm · trivmphis · insignem · dicavit ·
Traduzione:
“all’imperatore cesare Flavio Costantino massimo, pio, felice, augusto, il senato e il popolo romano poiché per ispirazione della divinità e per la grandezza del suo spirito con il suo esercito vendicò ad un tempo lo stato su un tiranno e su tutta la sua fazione con giuste armi, dedicarono questo arco insigne per trionfi.”
L’arco di Costantino è a tre fornici con un passaggio centrale più grande e due laterali più piccoli.
L’arco è costruito in opera quadrata di marmo nei piloni, mentre l’attico che è accessibile, è realizzato in muratura in cementizio e rivestito di blocchi marmorei all’esterno.
L’arco di Costantino è decorato da lastre marmoree a rilievo ricavate dallo spoglio di monumenti più antichi. In realtà, l’intero arco è decorato principalmente da sculture provenienti da monumenti di epoche precedenti dell’età di traiano, adriano e comodo.
Sono stati riciclati anche altri elementi come cornici, capitelli e colonne.
La decorazione in lastre marmoree a rilievo fu ideata e realizzata in età costantiniana secondo un progetto unitario, utilizzando soprattutto materiali provenienti da altri monumenti imperiali. Sulle facce principali dell’arco e sui lati si alternano, secondo schemi simmetrici, rilievi dell’età di Traiano, di Adriano, di Marco Aurelio e infine, nel settore inferiore, dell’età di Costantino. Tutti i volti degli imperatori che appaiono nei rilievi sono stati rimodellati a somiglianza di Costantino, con il nimbo a connotarne la maestà imperiale.
All’arco è stata assegnata dalla critica moderna la funzione di sintetizzare in forma monumentale i cambiamenti dell’era costantiniana. Sia nei dettagli iconografici del programma figurativo sia nella grande iscrizione che compare, identica, sull’attico di entrambe le facciate, si cercano indizi per ricostruire gli eventi del 312, e per individuare i simboli della precoce conversione di Costantino e del rifiuto dell’imperatore all’ascesa tradizionale come scena conclusiva del trionfo, presso il tempio di Giove Capitolino. Nel monumento si vede una volontaria ambiguità figurativa, che rifletterebbe l’attuarsi di un compromesso tra la fede cristiana dell’imperatore e le consuetudini di Roma pagana.
Compreso l’attico il monumento è alto 25 metri.
Nell’insieme, l’arco di Costantino si può considerare una sorta di museo della scultura romana ufficiale perché raccoglie in se “pezzi” preziosi di epoche differenti appartenuti a diversi monumenti importanti.
Il generale questo è considerato l’arco di trionfo di Roma per eccellenza ed essendo un arco di trionfo vicino al Colosseo è anche diventato uno dei luoghi simbolici maggiormente immortalati dai turisti.
Es handelt sich um einen Triumphbogen, der an die Einnahme Jerusalems durch Titus im Jahre 70 n. Chr. erinnert. Der Bogen ist mit einem einzigen Fornix und in opus quadratum aus pentelischem Marmor gebaut, der innere Kern ist aus Beton und der Sockel aus Travertin.
Es wird von zusammengesetzten Halbsäulen flankiert, die in der Mitte mit kannelierten Schäften und an den Ecken mit glatten Schäften versehen sind. Über den Säulen ruht ein Gebälk mit einem ionischen Epistyl, das ein Opfer darstellt, einem gezahnten Gesims und Kragsteinen, das Ganze wird von einer hohen Attika überragt.
Im Gewölbe kann man eine schöne Kassettendekoration mit einem Adler in der Mitte bewundern, der den vergöttlichten Titus nach seinem Tod in den Himmel trägt. Die beiden Reliefs an den Innenwänden stellen triumphale Momente des Sieges über die Juden dar.
Auf der Südseite ist die Darstellung der Prozession zu sehen, die durch das Triumphtor zieht, wobei die Träger die aus dem Jerusalemer Tempel geraubten heiligen Gegenstände des jüdischen Rituals emporheben: die beiden silbernen Trompeten, die die Gläubigen zum Gebet rufen, den Tisch mit den heiligen Gefäßen und den siebenarmigen goldenen Leuchter.
Auf der Nordseite ist der auf der Quadriga triumphierende Kaiser Titus dargestellt, während ihn hinter ihm eine geflügelte Siegesgöttin krönt, die ihn mit der bewaffneten Göttin Rom zum Kapitol begleitet, und zur Rechten die halbnackte Figur, die vielleicht eine weitere Allegorie ist, der Genius des römischen Volkes.
Das Monument ist in hervorragendem Zustand erhalten, da es im Mittelalter in die Festung von Frangiane integriert und 1822 von Valdieri in Travertin eingearbeitet wurde. Der Tito-Bogen ist so bekannt, dass er sogar von Belli in einem Sonett meisterhaft illustriert wird.